Lettera

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  1. KK/collasso IMPREVEDIBILE
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    Ecco un breve testo che riscriverò poi in prima persona e piu accuratamente ispirato ad assassin's creed

    Per chi non conosce il mondo di assassin's creed, in breve:
    SPOILER (click to view)
    In questa storia siamo nel 2012 in cui si scopre che attraverso una macchina chiamata animus si può guardare nel dna di una persona e vivere i ricordi degli antenati della persona analizzata. Cosi facendo l'umanità scopre molte verità, come il fatto che non esistono dei, ma solo creature venute prima ecc.ecc. per maggiori info TRAMA




    Salve, se stai leggendo questo documento significa che hai trovato il cassetto segreto vicino all’uscita di emergenza e sei finalmente riuscito a scappare da questa prigione, sono rinchiuso qui all’Abstergo corp. ormai da mesi, mi danno da mangiare e da bere, ma non fanno altro che farmi entrare in questa dannata macchina e mi fanno rivivere i ricordi dei miei antenati per indagare su chissà cosa. Sono riuscito a tenere segreti per me alcuni ricordi e spero che questo documento finisca nelle mani giuste, lo lascio qui in questo cassetto, sperando che qualcuno possa portare queste informazioni in mani piu sicure. Il mio racconto inizia da qui: Amilcare, nacque nel 270 a.C, figlio di un mercante. Visse un infanzia difficile e povera, ma all'età di 20 anni, alla morte del padre, accadde qualcosa che cambiò radicalmente la sua vita. Tra gli oggetti che suo padre gli aveva lasciato in eredità, c’era un antica reliquia di valore che il padre aveva scambiato con un mercante arabo per della seta pregiata, era una strana sfera, ricoperta di un materiale bronzato, l’oggetto affascinò subito il giovane, che non se ne distaccò mai, tenendola sempre nella sua tasca. Compiuti 25 anni Amilcare ormai era un uomo e decise di arruolarsi nell’esercito cartaginese che stava nascendo per combattere Roma, esercitò che combattè quella guerra che poi sarebbe stata conosciuta come la prima guerra punica. Durante il suo primo giorno d’addestramento accadde qualcosa di straordinario, mentre Amilcare combatteva con le armi d’allenamento, riusci’ a sconfiggere tutti i suoi compagni, compresi i veterani, era veloce come un fulmine e fu soprannominato Barak (che in punico significava fulmine), soprannome che diventerà anche dei suoi successori. Amilcare sapeva da dove veniva tutta quella forza, era quella reliquia che gli dava tale potere, cosi’ Amilcare imparò ad usare i poteri della reliquia ed in breve tempo riusci’ a diventare l’uomo piu potente di tutta Cartagine, diventando capo dell’esercito.Sicuro della sua forza, Amilcare decise di attaccare L’Italia, per sconfiggere Roma, ma durante il suo assedio in Sicilia, egli capi’, che il suo potere era molto pericoloso. Mentre sulla penisola l’esercito romano sconfiggeva quello cartaginese, Amilcare con il suo piccolo gruppo di mercenari era riuscito a conquistare gran parte della Sicilia, vinse le battaglie di Lilibeo e di Drenano utilizzando il potere della reliquia, e gli unici che sapevano del suo segreto erono i mercenari che lo affiancavano, ma il suo potere era troppo grande, sapeva che presto i mercenari avrebbero capito che il potere non era in lui, ma nella reliquia, ed avrebbero cercato di sottrargliela per diventare piu forti, cosi decise di uccidere i suoi stessi compagni, e fingere di essere stato sconfitto tornando a Cartagine.Conosciuta questa realtà rimasi sconvolto, e la mia sessione nell’abstergo sembrava essere compromessa perché il mio stato psicologico sembrava compromettere i dati dei ricordi dei miei antenati presenti nel mio dna, poi riuscii a tornare nel passato, ma non ero piu Amilcare, bensi’ suo figlio, Annibale, nato nel 247 a.C. Il ricordo iniziava con Annibale già 20enne, si trovava presso l’altare di Baal, ed era insieme ad un anziano signore, che riconobbi dalla voce, era Amilcare, suo padre, colui che avevo da poco impersonato, Amilcare gli svelò il segreto della reliquia e gli fece fare un doppio giuramento, quello già conosciuto dagli storici, di odio verso Roma, e quello segreto, che solo io ora conoscevo, il segreto della reliquia, che Amilcare aveva deciso di dare a suo figlio, perché ormai troppo vecchio per usarne i poteri. Cosi’ Annibale, segui’ le orme del padre e ben presto, come lui, accecato dal potere decise di attaccare l’Italia. Ma non la attaccò dal basso, come il padre aveva fatto assediando la Sicilia, bensi’ dall’alto, superando i Pirenei e le Alpi e non era affiancato solo da pochi mercenari, ma aveva a disposizione l’intero esercito cartaginese, composto da 70mila uomini e 100 elefanti. Giunto a questo punto, mi chiesi come fosse possibile che l’esercito non si fosse accorto dell’immenso potere di Annibale e del legame tra la sua forza in battaglia e quella reliquia da cui non si era mai separato, riuscii a capire soltanto quando vidi questa scena: Ce l’avevano fatta, Annibale aveva oltrepassato le Alpi, ed era finalmente giunto in Italia, la giornata era stata estenuante, ed era giunto il momento del riposo per l’intero esercito cartaginese, che l’indomani, avrebbe dovuto affrontare altre battaglie. Durante la notte però, accadde qualcosa di strano, Annibale usci’ dalla sua tenda, ed alzò nel cielo buio, la sua reliquia, tenendola stretta in una mano, all’improvviso la reliquia iniziò a brillare ed Annibale pronunciò le seguenti parole: “Anche stanotte, miei uomini, sono costretto ad usare questa forza su di voi, perché questo potere è troppo grande per finire nelle mani sbagliate”.Ancora non mi era chiaro nulla, Annibale parlava ai suoi soldati nel sonno? Cosa era successo? Il mattino seguente, Eleo, il migliore amico di Annibale, nonché soldato dell’esercito cartaginese, disse ad Annibale che nessuno dei soldati ricordava dove lui fosse stato durante la battaglia del giorno prima;allora capii, che Annibale, grazie all’immenso potere della reliquia, riusciva a cancellare i ricordi dei suoi soldati. Annibale era ormai disceso in Italia deciso alla sua conquista, ma qualcosa lo frenò, e decise quindi di rifugiarsi in Puglia. Nessuno ha mai compreso realmente perchè il grande generale cartaginese decise di non attaccare Roma, molti storici pensano che tale scelta era dovuta all'inferiorità numerica del suo esercito, ma non ne hanno mai avuto una reale prova, ed ora io, a maggior ragione, non capivo perché Annibale, possedendo un tale potere, non attaccò l’esercito romano, poi capii: Annibale sapeva che se qualcuno avesse scoperto il suo segreto per lui sarebbe stata la fine, ed un’assedio di Roma, sarebbe stato un attacco troppo plateale, ci sarebbero stati troppi superstiti e troppi spettatori che avrebbero raccontato dei suoi poteri e lui non aveva abbastanza energie per cancellare tutte quelle memorie, inoltre giravano già leggende riguardo alla sua figura, e queste voci lo spaventarono, perciò decise che la soluzione ideale era aspettare un attacco da parte dei romani, in modo che avrebbe potuto uccidere tutti i partecipanti alla battaglia e cancellare la memoria solo ai pochi superstiti con le energie che gli sarebbero rimaste. Era il 2 agosto 216 a.C. A Canne in Puglia, si svolse una delle piu grandi battaglie della storia dell’umanità, l’esercito romano attaccò gli uomini di Annibale frontalmente, la superiorità numerica era schiacciante, gli uomini romani erano piu di centomila, ad Annibale rimanevano poco piu di quindicimila uomini, erano quasi dieci volte in meno, tutti i cartaginesi sapevano che quel giorno sarebbero andati in contro alla morte, ma solo uno sapeva invece come sarebbe andata la battaglia. Annibale usò l’incredibile forza della reliquia per sconfiggere l’enorme esercito romano, e giustificò questa incredibile vittoria inventando la strategia dell’accerchiamento che riusci’ in parte a dare risposta ai diversi dubbi che tutti si ponevano riguardo l’andamento di quella leggendaria battaglia. Dopo la vittoria a Canne sembrava che nulla potesse fermare l’incredibile forza di Annibale e che presto avrebbe assediato Roma, ma saputo che Cartagine era sotto attacco, decise di tornare in patria per difenderla dai romani. Ma qualcosa andò storto, incredibile ma vero, Annibale, la leggenda, l’eroe di mille battaglie, era anch’egli un semplice essere umano e quanto tale a volte viene sopraffatto dalle banalità della vita: giunto a Cartagine, non aveva piu la sua reliquia, l’aveva persa durante il viaggio, qualcuno, di cui forse non sapremo mai l’identità, gliel’aveva rubata, e fu quindi destinato ad una triste sconfitta, fino alla sua morte nel 182 a.C. Questa è l’incredibile storia di Annibale e di quella reliquia che oggi grazie a Desmond Miles e alle imprese di Ezio Auditore da Firenze conosciamo come frutto dell’eden e come dono di “coloro che sono venuti prima”, ma questa, è un’ altra storia….
     
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    Non male. Vediamo come svilupperai la cosa :asd:
     
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