NARUTO KNIGHTS

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  1. shining rei
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    Pensando a quante volte i fanficcari fanno cambi di ambientazione reinserendo personaggi famosi in contesti nuovi, mi sono accorto che nella maggior parte dei casi il contesto si riduce a una scuola, come pretesto per trattare le vicende amorose dei protagonisti (ci tengo a precisare che non è una frecciatina verso nessuno).
    Io avrei pensato invece, da bravo berserk fan, di traslare le vicende dei pesonaggi in un contesto medievale occidentale, con una componente fantasy che rende la magia molto più simile alla concezione europea che a quella orientale.
    Avevo pensato di partire immediatamente col doujinshi, ma avevo bisogno di ordinare le idee, quindi mi sono messo a scrivere... e il risultato è stato sta specie di fanfic. Non sono uno scrittore, quindi prendete il lavoro per quello che è.

    CITAZIONE
    Capitolo 1 - I migliori cinque

    Il sole era a picco sulla Terra del Cielo, come di consueto. Non una sola ombra sul manto di erba leggermente essiccata che ammantava la radura di un verde tendente al giallino, che a tratti pareva emanare riflessi dorati. Riflessi che contribuivano ad ampliare l'alone di magia che permeava l'intera regione da che si avessero memorie.
    Del tutto priva di foreste o alture o valli, perennemente illuminata di giorno dal sole e di notte da una moltitudine di stelle, la Terra del Cielo non offriva nessuna copertura o rifugio. Per questo motivo nessun popolo aveva mai tentato o desiderato di insediarvisi. Per questo motivo era assolutamente impossibile pensare di invaderla contendendola a un altro esercito sperando di imbastire qualunque strategia vantaggiosa: qualunque combattimento sarebbe inevitabilmente stato a viso aperto.
    Confinanti alla Terra del Cielo, come pianeti intorno a un sole, stavano i 5 più grandi regni del mondo conosciuto: il regno del Fuoco, del Vento, dell'Acqua, della Roccia e del Fulmine.
    Sul confine di ciascuno di questi stavano 4 piccoli accampamenti, ciascuno appartenente ad uno dei regni stranieri, con delle sentinelle incaricate di controllare che il regno in questione non cercasse di avvantaggiarsi sugli altri mandando delle spedizioni nella Terra del Cielo per costruire edifici o fortificazioni. E non certo soltanto per motivi di espansione territoriale.
    La Terra del Cielo era infatti un tempo abitata da popolazioni e razze leggendarie, padrone di una cultura magica ben più avanzata di quella attualmente in possesso dei vari regni. Non vi è più traccia che faccia pensare alla sopravvivenza di anche uno solo di quegli esseri,
    ma un misterioso e stupefacente fenomeno ricorda prepotentemente i tempi che furono: periodicamente sulla sconfinata pianura sorgono dei santuari incantati. Ciascuno di questi reca al suo interno un artefatto magico. Gli artefatti variano tra loro per forma e potere, così come variano il luogo e la frequenza delle apparizioni.
    Se uno dei regni riuscisse a colonizzare la Terra del Cielo avrebbe possibilità molto maggiori di impadronirsi di tali artefatti, ottenendo immensi vantaggi sugli altri. Ragion per cui si tengono a freno a vicenda. Nonostante tutto, il patto è molto labile, e alla minima occasione uno dei regni cerca di conquistare gli artefatti che di volta in volta si manifestano. Ed era per quello che quel drappello d'uomini avanzava sotto quel sole proprio quel giorno.
    Troppo poco numerosi per essere considerati un esecito: cento soldati, bardati tutti della stessa armatura, schierati in formazione rettangolare. Alla loro testa spiccavano 4 individui ben più vistosamente equipaggiati, e palesemente differenti dalla semplice massa che guidavano.
    Il primo era il più fiero ed austero, aveva il volto profondamente segnato dal tempo, ma ciò gli conferiva una rispettabile aria da quercia secolare. La sua armatura era interamente dorata, e aveva incastonata al centro una grossa gemma rosso scarlatto. Sul suo mento un pizzetto perfettamente curato metteva maggiormente in risalto la solennità della sua figura.
    Il condottiero che, alla sua destra, cavalcava un baio dal mantello marrone lucente gli rivolse la parola con aria malcelatamente impensierita.
    -Sua Maestà Sarutobi, non sarebbe il caso di comunicare anche solo formalmente con la retrovia? Sapete, per assicurarci che questa tranquillità non sia troppo sospetta...
    Il sovrano sorrise bonariamente.

    -Jiraiya, non cambi proprio mai! Quando la smetterai di pensare a Sir Yondaime come a un discepolo? Anche se sembra quasi un ragazzetto, ha 35 anni compiuti oramai!
    Jiraya era il più imponente dei 4, seppur in maniera insolita: la sua corazza era molto pesante e grezza, quasi del tutto priva di decorazioni. Non un mantello, solo i lunghissimi e crespi capelli canuti coprivano la sua schiena. Nessuno avrebbe mai compreso dalle sue vesti quanto alto fosse il suo grado nell'esercito. Metteva spesso mano, quale segno di irrequietezza, allo spadone che portava in spalla, come a fremere nel volerlo sguainare. Non che fosse di indole violenta... ma quella volta pareva avere un gran brutto presentimento. Alle parole del suo re si limitò ad abbassare gli occhi rispettosamente.
    Il religioso silenzio nel quale si era piombato fu rotto da una voce femminile: fu la terza figura in testa a prendere la parola. Stava in sella ad un esemplare color miele con le gambe nere dal ginocchio allo zoccolo. Tra le frange di biondi capelli separati sulla fronte portava un diadema con al centro una perla dalla forma oblunga. Non vestiva un'armatura, ma una lunga tunica di stoffa pesante, smanicata e con una generosa scollatura dalla quale s'intravedeva parte di un seno molto abbondante. Questa, unita al bastone che recava nella destra, era chiaro segno che trattavasi di una maga.

    -Sire, non mi costa nulla instaurare un contatto per qualche secondo, che ne dice? Così, anche se la distanza è solo una ventina di metri, non dovremo sgolarci o mandare uomini, e manterremo intatto l'ordine, il silenzio e la formazione.
    Re Sarutobi annuì, con sollievo di Jiraiya. La maga sollevò il bastone, e pronunciando una formula magica fece materializzare un globo luminoso all'interno de quale venne a fuoco il viso di un giovane dai biondi capelli voluminosi e scompigliati. Questi parlò per primo.
    -Lady Tsunade! Ditemi!
    -Nulla di che, Sir Yondaime, solo un controllo: come procede nelle retrovie?
    -Tutto regolare, niente degno di nota... anzi, niente di niente per la verità! - concluse ridendo divertito.
    -Cialtrone! - lo interruppe Jiraiya con finta aria burbera - pensa a stare all'erta invece di ridere. E' vero che non dovremmo temere agguati nella Terra del Cielo, ma non sappiamo quale magie possa escogitare il nemico!
    -Non vi deluderò, maestro! - rispose quegli con aria rispettosa.
    -Va bene. E non chiamarmi maestro... Lord Jiraiya va benissimo.
    Su quelle parole Lady Tsunade chiuse la comunicazione.
    Il re, cercando di punzecchiare l'apparentemente dura scorza del condottiero, gli disse ammiccando:
    -Dì la verità, ti commuovi un pò ogni volta che ti chiama ancora "maestro", vero? Quel cavaliere è per te un gran motivo di orgoglio...
    -Puah! Io al posto tuo mi sentirei in colpa invece: quell'individuo è ancora un ragazzo idealista e imprudente, che farà presto una brutta fine a causa tua, che da maestro incapace non sei mai riuscito a dargli la fermezza che si addice a un guerriero e a un uomo.
    A insinuarsi velenosamente nella conversazione era stato l'ultimo elemento del quartetto: un uomo pallidissimo, dai lunghi capelli corvini e gli occhi gialli come tizzoni. Non vestiva un'intera armatura ma solo una piastra pettorale e degli spallacci, e sotto una tunica corta di colore blu scuro tendente al violaceo.Dietro la schiena, all'altezza del bacino, portava raccolte in un unico anello le spire di una lunga frusta.
    Jiraiya gli rispose con tono irritato:

    -Nessuno ha chiesto il tuo parere, Orochimaru.
    -Come vuoi, "grande Jiraiya"... ma non dire che non ti avevo avvertito.
    L'altro stava per replicare, ma le parole gli si bloccarono in gola. Tutti e quattro avevano visto comparire all'orizzonte il santuario di cristallo, l'obiettivo per cui si erano recati lì. E, ancor peggio, avevano visto già schierati dietro questo i loro nemici: un esercito a occhio e croce di oltre mille soldati, sotto lo stendardo del regno della Roccia.
    -Sire - intervenne Lady Tsunade - a quanto pare i nostri informatori avevano visto giusto: è un esercito parecchio numeroso. Mi auguro che la vostra scelta di partire con soli cento soldati...
    -Oooh, taci, donna! - la interruppe il sinistro Orochimaru. -Se hai paura fuggi pure!
    -Non ha tutti i torti, Lady Tsunade: 100 soldati sono anche troppi se con me ho portato voi, i 3 condottieri del regno del Fuoco, e Yondaime, il nostro primo cavaliere. Pensa solo a fare del tuo meglio.
    -Sì, mio Sire.
    E mentre il nero destriero di Orochimaru stava già portandolo avanti, l'intero drappello si lanciò contro i nemici a un cenno del vecchio sovrano, con alla testa lo stendardo del regno del Fuoco.

    A voi la parola per i commenti, altri capitoli in arrivo presto :tunz:
     
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  2. Caedus
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    mi attizza assai, bravo, anche se preferivo un contesto più giapponese... non so, i personaggi di Naruto mi sembrano sempre distanti dal mondo di Berserk :sisi:
     
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  3. [-a-L-e-]
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    tsunade + berserk = erza XD .

    per chi non la conosce ...

    SPOILER (click to view)
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  4. shining rei
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    Mmmmh... avete immediatamente associato a berserk... non è totalmente sbagliato. Nel senso che sono u grande appassionato di Berserk, e probabilmente ne porto l'impronta. Ma spero che più avanti ci si renda conto che non si tratta di un "esperimento di traslazione" tra Naruto e Berserk. Nel frattempo grazie a chi mi segue e commenta! :D
     
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3 replies since 6/1/2008, 16:46   189 views
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