Orochimaru e i Sette Nukenin

parodia

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    è una grandissima cavolata... chissà cosa mi passava per la testa quando l'ho scritta... ^__^'''


    Orochimaru e i Sette Nukenin (chissà di che cosa sarà la parodia…)

    C’era una volta, nel Paese del Fuoco, un villaggio ninja di nome Konoha. Su questo villaggio regnavano una Regina dall’identità sconosciuta e un re di nome Jiraiya (andiamo bene…).
    Era una fredda e gelida giornata d’inverno quando questa storia ebbe inizio; bianchi fiocchi di neve cadevano volteggiando dal cielo come shuriken, e una Regina dall’identità sconosciuta sedeva ricamando accanto alla finestra aperta (furba, la tipa). Mentre così se ne stava, aspettando di beccarsi una broncopolmonite fulminante, ricamando e guardando la neve, si punse un dito con l’ago e tre, dico tre, non QUATTRO, non DUE, ma TRE gocce di sangue rosso caddero sul bianco manto nevoso. E brava cretina, così impara a non guardare quello che fa. Tanta era la bellezza di quelle gocce rosso fiamma sul bianco immacolato che la Regina dall’identità sconosciuta pensò:
    «Oh, se potessi avere un figlio con la pelle bianca come questa neve, i capelli neri come l’ebano del mio telaio e le guance rosse come il sangue!»
    Non passò molto tempo che questa Regina dall’identità sconosciuta restò incinta e diede alla luce un bimbo dalla carnagione bianco-grigiastra come quella dei cadaveri, i capelli neri come l’ebano e una
    luuuuuuuunga lingua rossa come il sangue, proprio come lei aveva desiderato. Cioè, non credo che avrebbe voluto avere un figlio con una lingua lunga come la transiberiana, ma più o meno ha avuto quel che voleva, e lo chiamò Orochimaru. Perché? Aveva letto quel nome in un manga. Purtroppo, dopo aver visto quello che aveva appena partorito (non prima che il marito le avesse chiesto: «Ma tesoro, mi hai fatto le corna?») la regina morì e il Re restò vedovo. Un anno dopo si risposò con una donna bella ma tanto, tanto violenta: Tsunade. Questa nuova moglie non poteva tollerare che nel villaggio esistesse qualcuno più bello e distruttivo di lei, e quindi ogni giorno interrogava il suo rotolo proibito fatato.
    Regina Tsunade: «Dimmi rotolo, quanto fa 3.925.839.475 x 64.847.694? Non lo sai? Che ignorante! Eppure sapevi che oggi ti avrei interrogato!»
    Ah. Ah. Ah. Qui stiamo tutti ridendo. Oh, Signore…
    Regina Tsunade: «Stupido rotolo che sembra un rottame, chi è la più bella devastatrice del reame?»
    E ogni giorno il rotolo le rispondeva (e come diamine fa un rotolo a rispondere?!) la stessa cosa.
    Rotolo: «O mia Regina, al mondo non c’è nessuno che sia più bello e letale di te.»
    Un bel giorno, morì anche il Re. Non se ne seppe mai il motivo, e il C.S.I. archiviò il caso come incidente; d’altronde, chi avrebbe potuto ridurre Jiraiya ad un ammasso di carne trita e fratture scomposte provocate probabilmente da cazzotti di inaudita violenza?
    Intanto, però, Orochimaru cresceva e diventava sempre più bello (KYAHAHAHAHAH!!! XD) e perverso, e mentre la bellezza e la mente malvagia di Orochimaru crescevano, lo facevano anche l’invidia e la furia omicida di Tsunade, tanto che lo costringeva a vestirsi da chunin e a fare il servo.
    Quest’ultimo, mentre compiva i suoi “lavori” e attingeva l’acqua dal pozzo aiutandosi con la sua chilometrica lingua, sognava di fondare un villaggio tutto suo nel quale degli shinobi diventavano suoi seguaci e lo aiutavano a ottenere il corpo di un Uchiha possessore di sharingan nel quale reincarnarsi. Un giorno, mentre si trovava accanto ad un pozzo, un grosso serpente cornuto viola gli confessò un segreto, in cambio di cento sacrifici umani.
    Manda (perché si era capito, vero?): «Questo è un pozzo incantato. Esprimi un desiderio affacciandoti ad esso e se udirai l’eco il desiderio diventerà realtà. E adesso sgancia i sacrifici!»
    Orochimaru: «Voglio un seguace fedele che faccia tutto quello che gli ordino senza protestare.»
    Pozzo: «…are… are… are… are…»
    E non appena l’eco gli rispose, nell’acqua del pozzo apparve uno shinobi dalla chioma argentata e un paio di occhialetti tondi alla Harry Potter.
    Orochimaru: «Sarà quindi questo il mio seguace?»
    La Regina Tsunade, da lontano, aveva assistito a tutta la scena e subito impallidì per l’invidia.
    Regina Tsunade: «E che cavolo, perché quello deve avere un servo fedele e io quella pigna in culo di Shizune che non fa altro che rompermi le scatole dalla mattina alla sera?!»
    Quindi corse dal suo rotolo proibito fatato.
    Regina Tsunade: «Rotolo scassato che sembri un rottame, chi è la più bella distruttrice del reame?»
    Rotolo: «Tu sei bella e devastatrice, ma una c’è che è cento volte più bella, malvagia e perversa di te. È Orochimaru, sepolto in cucina, sempre più bella è quella piccina.»
    Regina Tsunade: «…piccina?! Ma è un uomo!»
    Rotolo: «Era per fare la rima. E comunque,guardalo bene: hai il coraggio di definirlo “uomo”…?»
    Regina Tsunade: «Beh, in effetti… COSA?! VUOI DIRE CHE UN UOMO È PIÙ BELLA DI ME?!»
    Rotolo: «Così sembra, e ti ricordo che se mi rompi avrai sette anni di sfiga.» (ma non è mica uno specchio…)
    La Regina, pazza di rabbia – e un po’ anche di suo – convocò subito il jonin più abile del palazzo: Kakashi (e chi se no?).
    Regina Tsunade: «Conduci via quell’aberrazione, portalo nel deserto del Paese dl Vento e uccidilo. Poi portami il suo cuore in questo scrigno, e se non lo fai ti eviro con le mie stesse mani!»
    In ninja, che era un brav’uomo, si rattristò molto a queste parole, ma volendo innanzitutto salvaguardare il contenuto delle sue mutande non osò protestare. Così accompagnò Orochimaru nel deserto, ma quando lo vide così assatanato e maligno che trucidava coniglietti e altri poveri, teneri, dolci animaletti delle sabbie, capì che non sarebbe mai stato capace di fagli del male, anche perché probabilmente avrebbe avuto la peggio.
    Kakashi: «Orochimaru, non ti farò del male – perché probabilmente ne faresti tu di più a me – ma fuggi e non tornare più a palazzo, perché la Regina mi ha dato l’ordine di ucciderti!»
    Poi se ne andò; sulla via del ritorno, incontrò un certo nukenin che di cuori ne possedeva ben cinque, e che quindi gliene vendette uno per 12.000 ryo. Lo rinchiuse quindi nello scrigno (il cuore, non il nukenin…) per ingannare la Regina.
    Intanto Orochimaru, rimasto solo nel deserto di Sunagakure, cominciò a vagare senza sapere dove andare quando, all’improvviso, vide in lontananza una casetta tutta dipinta di nero con una decorazione di nuvole rosse bordate di bianco. Bussò: non c’era nessuno. Allora, in barba alle leggi sulla proprietà privata e sulla violazione di domicilio, spinse la porta ed entrò. Ai suoi gialli occhi da rettile si presentò uno strano spettacolo: sette sedie impolverate, sette piatti sporchi, sette mantelli neri con la stessa texture dei muri della casa, sette principesse sirene messe ad essiccare in cucina, sette spose per sette fratelli, sette anni in Tibet, sette sataniche, sette re di Roma, sette colori dell’arcobaleno, sette giorni della settimana e le sette fustigate che mi darò se non la pianto di cercare cose che hanno a che fare con il numero sette. Orochimaru non stesse a pensarci su: provò immediatamente una delle divise e notò quanto fosse FASHION con una di quelle addosso, poi salì al piano di sopra alla ricerca di uno specchio nel quale rimirare la sua immagine e vi trovò sette letti. non trovando lo specchio, e siccome era molto stanco, si sdraiò su uno di quei letti e si addormentò. Verso sera tornarono i padroni di casa: erano sette nukenin, che di giorno se ne andavano in giro alla ricerca dei cercoteri (o bijuu, che dir si voglia).
    Kakuzu: «Ehi! Dov’è finita la mia divisa di riserva? L’avevo pagata ben 300 ryo!»
    In punta di sandalo, i nukenin salirono al piano di sopra e quando videro quella cosa che dormiva in uno dei loro letti restarono senza fiato.
    Deidara: «Ih! C’è qualcuno nel mio letto! Lo faccio esplodere!»
    Hidan: «No, fermo. Prima bisogna pregare.»
    Itachi: «…»
    Kisame: «Come dici, Itachi? Vuoi massacrarlo tu a colpi di magenkyou sharingan? Non posso farlo a pezzi io con la mia spada?»
    Zetsu: «Gnam»
    Kakuzu: «Ti proibisco di mangiarlo, Zetsu! Ti ricordo che ha addosso la divisa che ho pagato ben 300 ryo!»
    All’improvviso, un essere urlante si fiondò nella stanza e aggredì lo shinobi traditore dagli aurei capelli.
    Tobi: «DEIDARA-SAMA!»
    Deidara: «TI FACCIO ESPLODERE!!!»
    Il fragore dell’esplosione fece risvegliare Orochimaru. Dapprima rimase stupito vedendo quelle brutte facce (sarai bello te…)…
    Orochimaru: «E voi chi siete?»
    Kakuzu: «Siamo sette shinobi traditori di classe S che compiamo azioni perverse per campare.»
    Kisame: «Veramente prima eravamo in otto…»
    Deidara: «SASORI-SAMA, bwaaaaahhh!!!»
    Hidan: «Vergognati, Kisame, non dovevi ricordarglielo! Adesso il mio dio mi ordinerà di massacrarvi tutti per mettere fine a questa lagna!»
    Orochimaru, incoraggiato dalle loro maniere amichevoli (AMICHEVOLI?!) raccontò tutta la sua storia.
    Orochimaru: «Lasciatemi entrare nella vostra organizzazione! Qui la Regina non riuscirà a trovarmi, io vi sarò utile e massacrerò tutti quelli che si avvicineranno al covo!»
    Tutti: «Va beeeneee…»
    Hidan: «Prima, però, bisogna pregare!»

    Così Orochimaru restò con i sette nukenin. Ogni mattina essi uscivano per dare la caccia alla Volpe a Nove Code ed ogni sera tornavano e trovavano un bel piattino di minestra fumante dentro al quale galleggiavano i miseri resti degli stolti anbu che avevano cercato di penetrare nel nascondiglio. Avevano avvertito Orochimaru di non fare entrare mai nessuno nel covo, e lui eseguiva questa regola alla lettera.
    Nel frattempo, la Regina Tsunade, sentendosi ormai sicura di essere di nuovo la più bella e letale, un giorno interrogò come sempre il suo rotolo proibito fatato.
    Regina Tsunade: «Allora, rotolo, dimmi: quando è stata scoperta l’America? Che?! Non lo sai?! Eppure lo sapevi, che ti avrei interrogato!»
    Ancora?! Mi sembrava di aver sottolineato il fatto che questa battuta era penosa.
    Regina Tsunade: «Rotolo scassato che non vale un cazzo, son io la più bella e violenta del mazzo?»
    Rotolo: «Tu sei bella e bastarda, ma una c’è che è cento volte più stronza di te. Se alla sede dell’Akatsuki andrai, un nuovo membro ci troverai.»
    Regina Tsunade: «E a me che mi frega dell’Akatsuki?»
    Rotolo: «Il nuovo membro è Orochimaru.»
    Regina Tsunade: «…?»
    Rotolo: «…Orochimaru…»
    Regina Tsunade: «AH! BASTARDO!»
    La Regina balzò in piedi: dunque il cacciatore l’aveva ingannata! Orochimaru era ancora vivo! Che fare? Pensa che ti ripensa, la sua malvagia mente perversa le suggerì un piano crudele. Si travestì da vecchia mendicante, in modo che nessuno avrebbe potuto riconoscerla, poi scese in una stanza segreta del castello, prese una confezione di ramen istantaneo e la riempì di veleno.
    Regina Tsunade: «A noi due ora, Orochimaru! Basterà un solo boccone da questa ciotola di ramen per farti schiattare sul colpo! Ma prima ho una cosa da fare: Kakashiiii…»
    Quando la regina ebbe finito di castrare il nostro baldo shinobi, raggiunse il covo dell’Akatsuki nel deserto di Sunagakure. Vi arrivò proprio mentre i nukenin stavano uscendo per andare al lavoro. La Regina aspettò, usando la tecnica del mimetismo, ma quando stava per entrare in azione, venne aggredita da un ninja vestito d’arancione.
    Ninja vestito d’arancione: «Sento l’inconfondibile profumo del ramen istantaneo, dattebayo!»
    Il ninja arancione strappò dalle mani della Regina la confezione di ramen istantaneo, se la mangiò e schiattò avvelenato. A causa di ciò, un famoso mangaka di nome Masashi Kishimoto restò senza lavoro, dato che il personaggio principale della sua opera era caput.
    Regina Tsunade: «E che cavolo, e adesso come avveleno Orochimaru? Idea, gli farò ingoiare una lumaca velenosa che spaccerò per un frutto!»
    Detto questo, evocò una grossa lumaca bianca e azzurra, poi si avvicinò alla finestra e chiamò Orochimaru.
    Regina Tsunade travestita da Vecchia Mendicante: «Mi daresti un bicchier d’acqua, carino? Grazie. Eccoti questo bel frutto. Su, dai un morso!»
    Orochimaru spalancò le fauci e ingoiò la lumaca tutta intera, ma questa gli rimase incastrata nel gargarozzo e lo soffocò. I serpenti del deserto, che avevano assistito impotenti alla scena, corsero ad avvisare i sette nukenin. Ma intanto la Regina, soddisfatta, stava fuggendo a bordo di una Harley Davidson rubata.
    Intanto i nukenin, avvertiti del pericolo, corsero al loro covo nel tentativo di salvare il povero Orochimaru ma, quando arrivarono, non c’era più niente da fare. Fecero però in tempo a scorgere la Regina che fuggiva (Come?). La inseguirono e riuscirono ad acchiapparla.
    Deidara: «Molto bene, e adesso…LA FACCIO ESPLODERE!»
    Hidan: «FERMO! Prima bisogna pregare.»
    Zetsu: «*glup!*»
    Kisame: «Oh, se l’è mangiata Zetsu!»
    Itachi: «La sua debolezza… deriva dall’inadeguatezza del suo odio.»
    Kakuzu: «Itachi, ma tu parli!»
    Tobi: «Ulala!» (Ma serviva?)
    Dopo aver soppresso la malefica Regina Tsunade, il gruppetto di malvagi shinobi traditori di classe S tornò al covo, per decidere che cosa fare dei resti di Orochimaru.
    Zetsu: «Gnam!»
    Hidan: «Fermo, se tocchi il cadavere l’ira di Jashin ricadrà su di te! Dobbiamo celebrare subito un funerale!»
    Detto questo, si adornò con la sua “tenuta da funerale”: una veste formata da varie parti tra cui la veste da prete, quella di Buddah, quella del Dalai Lama, quella dei monaci buddisti, quella dei monaci shintoisti, quella del rabbino, e una collana con vari simboli religiosi, tra cui la croce cristiana, quella ebraica, quella satanica, il calendario a sette bracci ebraico, il logo della Apple, la stella a sei punte, ecc.
    Misero quindi il corpo di Orochimaru in una bara di plexiglas (Kakuzu: «Costa meno del vetro. E molto meno del legno.») e lo portarono in cima ad una collina dove al tramonto venne celebrato il funerale, che durò quattordici ore (durante le quali Tobi di addormentò e venne sacrificato in onore di Jashin). Stavano per interrare la bara di plexiglas quando passò di lì un giovin fanciullo quattrocchi dai bianchi capelli in cerca di cadaveri freschi da smembrare. Quando vide il contenuto della bara, gli si illuminarono gli occhi…ali. Gli si illuminarono gli occhiali.
    Kabuto (ma sì che si era capito…): «Quanto volete per quel cadavere?»
    Deidara: «Ma prendit… ARGH!»
    Kakuzu: «Quanto sei disposto a dare?»
    Kabuto: «12.000 ryo.»
    Kakuzu: «24.000»
    Kabuto: «Ok!»
    Hidan: «Fermi! Non profanate il cadavere, o l’ira di Jashin ricadrà su di voi!»
    Kakuzu: «Bloccatelo! Mette in pericolo il mio patrimonio!»
    Itachi: «…»
    Kisame: «Come dici, Itachi? Non sarebbe una cosa carina da fare a Hidan!»
    Zetsu: «Gnam»
    Deidara: «Basta, o vi faccio esplodere!»
    KABOOOM!
    E l’Akatsuki si estinse (che tristezza…).

    Intanto Kabuto se ne andava allegramente per la foresta arrancando sotto il peso non indifferente della bara di plexiglas. Ad un certo punto inciampò nel corpo di in certo ninja arancione e rovinò a terra. La bara si disintegrò – è pur sempre plexiglas – e la salma che conteneva rotolò in discesa per una ventina di chilometri. Sorpresa delle sorprese, dopo chilometri di rotolamenti, la mela conficcata nella gola di Orochimaru schizzò fuori, e il suddetto shinobi tornò in vita.
    Orochimaru: «Oh!»
    In quanto ad espressività, fa concorrenza a Sai…
    Nel frattempo, Kabuto si era ripreso ed era corso dietro alla salma rotolante, e quale fu il suo stupore quando scoprì che il cadavere non era più tale!
    Kabuto: «Ma che cazzo, già trovare un cadavere da sezionare è difficile, se poi, quando uno lo trova, torna in vita è il colmo!»
    Kabuto stava giusto pensando di far tornare cadavere l’ex-cadavere quando il sennin si voltò verso di lui.
    Kabuto: «Quale meraviglia… la prego, faccia di me il suo servo!»
    Orochimaru: «Uh? Il mio servo?» “Tutti i grandi malvagi della storia hanno un servo… potrebbe essermi utile…” «Ok!^^»
    Kabuto: «Seeee!»
    Orochimaru: «Bene, adesso devo solo trovare un team di shinobi spietati pronti a uccidere e ad obbedire ciecamente ai miei ordini e poi… diventerò il padrone del mondo, muahahahahahahah!!!»
    Kabuto: «Sì, Orochimaru-sama (come fa a sapere come si chiama?! O_O), muahahah!!!»
    E Orochimaru, dopo aver riso perversamente come un assatanato per ore, partì alla ricerca di seguaci e visse felice e contento. Almeno finchè un certo Sasuke Uchiha non gli mise i bastoni tra le ruote. Ma questa è un’altra storia. FINE^^
     
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