Fight for the peace

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  1. sangosasuke93
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    Questa è una mia idea... Leggete e ditemi!!!!


    Fight for the peace.

    Una notte, la pace infranta.

    -Aika, sveglia devi andare all’accademia!
    -Sì mamma! Disse la bambina ancora mezza addormentata, dirigendosi verso la cucina.
    -Buongiorno nee-chan! Disse un altro bambino che le somigliava molto, che come lei aveva capelli e occhi dello stesso colore della pece.
    -‘Giorno Sasuke… Disse Aika.
    Lei era la più piccola della famiglia: Itachi, il più grande dei tre aveva sei anni in più di lei, e come il fratello Sasuke, che aveva soltanto un anno in più di lei, lo prendeva come esempio ed era stato lui a convincerla ad iscriversi all’accademia quando lei si era intrufolata nella sua stanza senza che lui la sentisse arrivare, perciò si trovava nella stessa classe di Sasuke.
    -Sbrigati a fare colazione, se no arriverai in ritardo! Disse Mikoto.
    -Sì…

    Dopo circa un quarto d’ora erano entrambi pronti per andare, quando nell’atrio incontrarono Itachi:
    -Nii-san! Esclamarono i due bambini.
    -Bungiorno li salutò Itachi.
    -Ci potresti allenare quando torniamo? Chiese Sasuke.
    -No, mi dispiace ho da fare… Rispose Itachi
    Aika era preoccupata, aveva letto nello sguardo del fratello già da diverso tempo che qualcosa non andava, e i suoi dubbi le erano stati confermati quando Sasuke le raccontò dello strano Sharingan che aveva visto al fratello. E ora era preoccupata più che mai, anche se non lo voleva dire al fratello. Lei e Sasuke erano inseparabili: avevano condiviso gioie, dolori, preoccupazioni insieme. Ma questa volta era diverso: non voleva farlo preoccupare inutilmente.
    -Aika, ti sei incantata? La voce di Sasuke la riportò alla realtà.
    -No andiamo. Disse lei.

    Quella giornata d’accademia era stata assai faticosa, oltretutto lei e Sasuke erano rimasti ad allenarsi, perciò non si erano accorti dell’ora:
    -Accidenti! Speriamo che mamma e papà non si arrabbieranno! Esclamò Sasuke.
    -Speriamo! Disse lei.
    Ma arrivati trovarono uno spettacolo raccapricciante: c’erano cadaveri dappertutto.
    -Ma cosa è successo!? Esclamò Sasuke.
    Aika si sentì invasa dalla paura, e dentro di sé aveva uno strano presentimento sull’artefice della carneficina, ma scacciò l’idea dalla sua mente, si disse “No! Non può essere stato lui!”.
    Corsero subito in casa loro, ma non ebbero il coraggio di aprire la stanza dalla quale avevano udito alcuni rumori. Con uno sforzo Sasuke la aprì e dentro ci trovarono lo spettacolo che un bambino di sette anni e una di sei non avrebbero dovuto vedere: i cadaveri dei loro genitori e loro fratello che li attendeva.
    -Itachi, per fortuna sei tu… Cosa è… Ma il piccolo Sasuke non fece in tempo a finire la frase, che Itachi lo colpì con uno shuriken, ferendo lui e la sorella.
    -Allora sei stato tu! Esclamò Aika, i suoi sospetti erano fondati.
    -Perché l’hai fatto? Chiese Sasuke.
    -Per testare le mie capacità. Voi due non mi interessate: non siete mai esistiti per me. Odiatemi. Sopravvivete unicamente per uccidermi.

    Aika si svegliò di soprassalto: nonostante fossero passati cinque anni da quel terribile giorno, lei non dimenticava ancora la paura provata quella notte, che aveva stravolto la sua vita e quella del fratello. Ma ora era un ninja a tutti gli effetti.

    Il suo ritorno.

    Era ancora buio e la vista del fratello dormiente la tranquillizzò: ne avevano passate di tutti i colori, insieme ai loro compagni. Con Naruto il divertimento era assicurato, mentre Sakura, a parte il fatto che non lasciava in pace il fratello, andavano d’accordo; mentre il loro maestro era un tipo che definire originale era poco, e per la cronaca possedeva lo Sharingan anche se non apparteneva al clan Uchiha. Quindi si riaddormentò.
    La mattina si svegliò sentendo un odore di the caldo:
    -No non ci credo! Dov’è finito il vero Sasuke? Disse lei al fratello.
    -Kakashi ci vuole vedere… Disse Sasuke.
    -Ah… Disse lei.
    Sasuke aveva preparato il the mattutino: ciò voleva dire che qualcosa doveva andare storto in giornata. E i suoi sospetti, erano come sempre, fondati. Fin da piccola infatti aveva lo strano “potere” di sentire in anticipo le giornate nere. Anche se non si aspettava sicuramente ciò che stava per accadere.
    Dopo circa una mezz’oretta uscirono di casa e andarono nel bar dove era stato fissato l’appuntamento. Kakashi era già lì:
    -Siete arrivati… Disse lui.
    -Maestro, strano che sia lei ad aspettare qualcuno! Disse Aika.
    -Sono qua per parlarvi di una cosa seria. Disse Kakashi.
    -Cosa in particolare? Chiese Sasuke.
    -Dovete imparare ad usare al meglio lo Sharingan, quindi d’ora in avanti vi sottoporrò ad un allenamento extra. Raggiungetemi a casa mia tra due orette. Finito di parlare sparì.
    -Un allenamento extra? Disse Aika.
    -Per me fa lo stesso… Disse Sasuke, le girò le spalle e la lasciò lì assorta nei propri pensieri.
    A lei mancava il fratello Sasuke di un tempo: dopo quella notte lui era diventato troppo chiuso in sé stesso e mirava alla vendetta. Lei invece era solamente diventata più prudente nelle amicizie, e per quanto riguardava Itachi era arrabbiata e delusa. Non poteva dimenticarlo ne ucciderlo: anche se molto diverso restava sempre suo fratello, anche se avrebbe tutte le ragioni per farlo.
    -Ehi! Aspettami! Gridò accortasi che Sasuke se ne stava andando.

    Le due ore passarono in fretta, e quindi si recarono entrambi dal maestro: ma lui era a letto, addormentato, ed era assistito da Gai, Asuma e Kurenai.
    -Cosa succede? Perché siete tutti qua? Chiese Sasuke.
    -No niente… rispose il maestro Gai.
    Ma in quel preciso istante entrò un jonin che gridò:
    -Avete sentito? Pare che Itachi sia tornato al villaggio e che stia cercando Naru… Si bloccò vedendo che i due fratelli Uchiha erano presenti.
    Sasuke si bloccò. Itachi era davvero tornato? E, per di più stava cercando Naruto… Doveva sbrigarsi, perché se Itachi trovava Naruto, per il suo amico era finita. E corse via dalla stanza.
    -Cretino! Disse Kurenai.
    -Sasuke, accidenti! Gridò Aika e lo seguì.
    “A quanto pare vuole solo avvisare Naruto” pensò Aika notando che si stava proprio dirigendo verso la casa di Naruto. Ma arrivati lì incontrarono solo Sakura.
    -Sakura, hai mica visto Naruto? Le chiese Sasuke.
    -No, lo stavo cercan… Ma non completò la frase che Sasuke scappò via –Ma cosa sta succedendo Aika? Chiese Sakura.
    -Te lo spiegherò più tardi! Esclamò e corse subito dietro al fratello.
    All’Ichiraku appresero che Naruto era partito con l’Eremita dei Rospi, uno dei tre ninja Leggendari e che si stavano dirigendo verso una cittadina poco distante dal villaggio.
    -Maledetto! Gridò Sasuke –Questa è la resa dei conti!
    Aika era preoccupatissima: sì loro due erano diventati due valenti ninja, ma secondo lei non potevano ancora rivaleggiare con Itachi, anche perché lui aveva uno Sharingan diverso dal normale.
    -Sasuke… Disse a bassa voce in modo che non la sentisse.
    Arrivati nella cittadina dovettero controllare una locanda una alla volta per trovare quella nella quale alloggiava Naruto: fu Sasuke a trovarla.

    -Naruto devi venire con noi. Disse Itachi.
    Naruto era spaventato a trovarsi davanti quei due tizi vestiti di rosso e di nero, ma ancora di più perché l’uomo che aveva di fronte aveva lo stesso Sharingan di Sasuke.
    Lui uscì dalla camera tremante.
    -Sarà meglio tagliargli una gamba, non si sa mai. Disse il suo compagno.
    -Sasuke, Aika è da un po’ di tempo che non ci si vede… disse Itachi.

    Il giorno della separazione.

    -Itachi Uchiha, oggi tu pagherai per tutto quello che hai fatto! Gridò Sasuke.
    Aika guardò Itachi:il suo sguardo era indifferente, come se lei o Sasuke non fossero ancora in grado di affrontarlo. Poi sentì il fratello parlare mentre preparava un mille falchi:
    -Come mi hai suggerito tu, io sono sopravvissuto unicamente per ucciderti, ti ho odiato e oggi è venuto il momento! E corse follemente contro Itachi, il quale lo bloccò con molta facilità afferrandolo per il polso.
    Ad Aika tutto questo fece molto effetto, soltanto adesso capiva che qualcosa dentro di lei la faceva pensare di uccidere Itachi, ma non riusciva a muoversi. Sentì gridare Sasuke: Itachi gli aveva rotto il polso. Lei voleva saltargli addosso, non sopportava chiunque facesse del male a Sasuke, ma una parte di lei non voleva neanche vedere morto Itachi, e forse era proprio questa sensazione la causa della sua paura.
    No, non voleva vedere nessuno dei due fratelli soffrire, ma la visione di Itachi che torturava Sasuke la faceva stare male. Sentì la sua faccia solcata dalle lacrime: non se n’era neanche accorta, ma aveva cominciato a piangere. Quando Itachi prese per il collo Sasuke lei capì cosa stava per fargli.
    Probabilmente Naruto dalla sua espressione capì del pericolo quando, un secondo dopo corse verso Itachi seguito dal compagno, quando Jiraya, che nel frattempo era arrivato attivò la sua tecnica dicendo a lei e a Naruto di stare fermi, e avvertendo Itachi e Kisame che per loro era finita. Loro due corsero via e si sentì un’esplosione.
    -Sasuke! Esclamò Aika andando a raccogliere il corpo del fratello svenuto, seguita subito da Naruto.
    -Guarirà? Chiese Naruto a Jiraya.
    -Non lo so. Disse Jiraya –I danni cerebrali sono grandi, per di più ha il polso rotto.
    Aika si asciugò le lacrime e disse: -Io e mio fratello abbiamo già subito questa tecnica una volta. Se soltanto ci fosse la leggendaria Tsunade…
    -La stiamo proprio cercando io e Naruto. Disse Jiraya.
    -Davvero? Chiese Aika.
    -Sì, e vedrai che Sasuke guarirà! Le promise Naruto. E Aika annuì, rincuorata dall’amico.

    Lei e Sakura andavano a trovare Sasuke insieme ogni giorno, a parte quando dovevano andare in missione. Il giorno dell’arrivo di Tsunade Aika era in missione, quindi arrivati all’ospedale trovarono solo Sakura.
    -Ciao Sakura chan! Esclamò Naruto.
    -Ciao! Rispose lei.
    -Guarda, Tsunade ora guarirà Sasuke! Disse Naruto.
    Detto questo Tsunade curò Sasuke, che si svegliò e venne abbracciato da una Sakura piangente. Naruto fu turbato da questa visione, essendo innamorato di lei.
    -Scusa dov’è Aika? Chiese Naruto.
    -Lei è in missione. Sarà felice quando tornerà trovandosi Sasuke a casa! Disse Sakura.
    Sasuke era confuso e arrabbiato, Itachi gli aveva detto chiaramente che era ancora una nullità, mentre Naruto era l’oggetto delle sue attenzioni, e non sopportava che Naruto fosse superiore a lui.
    -Naruto ti sfido! Gli gridò arrabbiatissimo.

    Aika era appena tornata dalla missione, era stanca morta: si diresse subito a casa e si addormentò quasi immediatamente. Sasuke non c’era anche se era stato dimesso dall’ospedale, ma lei non lo sapeva quindi non si preoccupò più di tanto.
    Sasuke rientrò poco dopo, ma non per dormire, ma per prendere le sue cose e andarsene dal villaggio, dopo che aveva ricevuto la visita dei quattro del suono, che gli avevano fatto notare che, se fosse rimasto al villaggio, avrebbe dimenticato il suo obbiettivo.
    Appena entrato si accorse della sorella profondamente addormentata, e per non svegliarla fece tutto con calma, e poco prima di uscire dalla sua casa si soffermò davanti alla sorella: ricordava che lui adorava vederla dormire da piccolo, insieme al fratello, e adesso gli venne tristezza lasciarla da sola al villaggio, dopotutto lui, al contrario di quanto dava a capire, era la persona per lui più importante.
    Gli rivennero in mente tutti i ricordi felici di lui insieme a lei, di come fossero inseparabili, ma questa volta era diverso. Non poteva proteggerla, ma se ne fosse andato, lei sarebbe diventata più forte, anche se sapeva benissimo che lei sarebbe diventata un’ottima ninja in tutti i modi. Dopotutto era anche lei un Uchiha.
    -Mi dispiace, perché so che ora soffrirai moltissimo, Aika. Ma ti giuro, che un giorno tornerò a prenderti, e allora ci vendicheremo assieme! E poi non ti lascerò mai più. Te lo giuro, nee chan. Queste parole gli vennero naturali, e poi era da cinque lunghi anni che non la chiamava nee chan.
    Detto questo si chiuse la porta, e con questo iniziò il cambiamento dei destini dei tre fratelli Uchiha.

    Un abbraccio sotto la pioggia.
    Aika si era svegliata presto, perché sapeva che l’attendeva un’altra missione, ma notò qualcosa di strano aprendo l’armadio per prendere l’occorrente. Alcuni vestiti erano spariti. Non i suoi; bensì quelli di Sasuke. E poi vide la foto del loro gruppo rovesciata sulla scrivania.
    “Cosa è successo?” si chiese, “Sasuke dovrebbe essere ancora in ospedale…”. Guardò la foto, e un’altra volta sentiva che sarebbe successo qualcosa di terribile.
    Qualcuno bussò alla porta e la fece tornare alla realtà.
    -Arrivo! Esclamò.
    Aperta la porta si ritrovò davanti Naruto, Shikamaru, Kiba, Neji e Choji.
    -AIKA!!! QUEL TEME DI TUO FRATELLO SE NE E’ ANDATO STANOTTE! Le urlò Naruto in faccia. Lei rimase un di stucco, non sapeva neanche che Sasuke fosse stato dimesso dall’ospedale.
    -E noi dobbiamo riportarlo al villaggio… Completò Shikamaru.
    -Ok vengo! Disse lei, anche se sapeva che non sarebbe stata una cosa facile convincere il fratello a tornare al villaggio. Anzi, aveva già sospettato che l’avrebbe fatto da quando avevano rincontrato Itachi.
    Shikamaru aveva elaborato una strategia per l’inseguimento: Aika era in seconda posizione, con lo Sharingan poteva anticipare eventuali attacchi frontali. Finchè non arrivò una Sakura piangente.
    -Naruto, Aika, io non ho potuto fermarlo stanotte… Forse gli unici siete voi due. Riportatelo qui! Esclamò tra le lacrime.
    -Non ti preoccupare, te lo giuro, che te lo riporterò qui! Giurò Naruto.
    Aika invece non fu del tutto sicura di poter mantenere la parola, perché, nessuno conosceva Sasuke come lo conosceva lei, lui non abbandonava la via che aveva scelto: quella della vendetta.
    L’inseguimento si rivelò più difficile del previsto: in compagnia di Sasuke c’erano i quattro del Suono. Pian piano il gruppo si sciolse: a turno si fermavano a combattere quelli del suono. Sasuke, così pensavano, si trovava dentro al barile.
    Kimimaro. Era il nome dello strano tizio che era sopraggiunto per difendere il barile: aveva l’abilità di controllare le ossa. L’ultimo avversario per raggiungere Sasuke. Quando all’improvviso il barile esplose.
    Eccolo. Aika vide l’amato fratello, trasfigurato dal segno maledetto, per poi tornare all’aspetto normale.
    -Sasuke!! Urlò Naruto -Ritorna al villaggio! Che ci fai in compagnia di questi tizi?
    La risposta non arrivò: Sasuke scoppiò a ridere. Aika non lo riconobbe più: non lo aveva malvisto comportarsi così. All’improvviso sopraggiunse un dolore alla spalla. Kimimaro l’aveva colpita, ma per fortuna non aveva toccato il cuore.
    -Aika! Esclamò Naruto.
    -Vai! Qua ci penso io! Disse lei.
    -Ma sei ferita! Le gridò il biondo –Non ce la farai mai a combattere in quel modo.
    -Ti ho detto di andare! Insegui Sasuke! Disse lei.
    Naruto annuì, se pur incerto, e partì subito.
    -Cosa credi di fare? Chiese Kimimaro.
    -Nulla è perso se combatto ancora! Esclamò Aika attivando lo Sharingan –Ma adesso farò sul serio!
    -Come vuoi… disse Kimimaro partendo subito all’attacco.
    Aika schivava tutti gli attacchi, ma non poteva utilizzare nessuna ninjutsu, perché lui combatteva in modo ravvicinato e in più il dolore alla spalla aumentava. Non sarebbe durata a lungo.
    -Vento della foglia! Esclamò una voce, e subito Rock Lee comparve davanti a lei.
    -Vai, raggiungili subito, sbrigati! Esclamò Rock Lee.
    Lei avanzava a fatica a causa della ferita, che si stava allargando sempre più, ma sperava di raggiungerli: nella peggior probabilità i due stavano combattendo e, con preoccupazione, aveva inteso cosa Sasuke voleva fare a Naruto. E questo decisamente non era una cosa buona.
    “Voi due dovete odiarmi, sopravvivere e poi quando avrete ucciso i vostri migliori amici, e ottenuto gli stessi miei occhi presentatevi da me.”
    Le sue parole invasero la sua mente. “Devo fermarli immediatamente!” pensò Aika. Iniziò a piovere quando arrivò in prossimità della valle dell’epilogo, dove erano raffigurati i due fondatori di Konoha. Scese giù e li trovò: Naruto era esanime, mentre Sasuke era in procinto di andarsene via.
    -Vuoi fermarmi tu ora? Le chiese Sasuke voltandosi a guardarla.
    -No. Rispose lei, la pioggia nascondeva le sue lacrime, ma Sasuke se ne accorse perché disse –Non piangere. Una Uchiha non piange. Mille pensieri le invadevano la testa, ma non riusciva a parlare e i suoi sentimenti erano un misto di rabbia e frustrazione.
    -Le lacrime non indicano le persone deboli. Disse lei.
    -Sarà come dici. Disse lui. Si diresse verso di lei e la abbracciò sussurrandoli –Mi dispiace, Aika. E se ne andò.

    Erano passati una ventina di giorni da quel pomeriggio: Naruto era partito con Jiraya mentre Sakura era diventata allieva di Tsunade. Lei stava passeggiando, dopo cinque anni, nel quartiere degli Uchiha. Era un posto desolato e abbandonato da tutti, proprio come lei che era rimasta sola. Mille ricordi felici le riaffioravano in testa. Finchè non arrivò davanti al simbolo degli Uchiha con la crepa.
    Si fermò: gli mancavano i Sasuke ed Itachi di un tempo. Voleva vederli felici, e, soprattutto, tutti e tre insieme.
    -Basta! Ho deciso! Disse ad alta voce. – Cercherò di fare riappacificare quei due Baka!
    -Così saresti tu la sorella di Itachi e Sasuke… disse una voce dietro di lei.
    La sua decisione.

    -Così saresti tu la sorella di Itachi e Sasuke! Esclamò una voce dietro di lei.
    Aika sussultò. Chi è che si era preso la briga di seguirla?
    -In questo momento provi un’immensa rabbia… Continuò lo sconosciuto.
    Rimase immobile, avrebbe voluto urlare contro lo straniero, ma una parte di lei le suggerì di stare immobile.
    -E una sofferenza incredibile. Ma sei rimasta sola quando avevi solo undici anni. Ti credevo più determinata.
    -La smetta! Gridò Aika disperata. Altre lacrime solcarono il suo viso. Un viso che aveva sofferto più di chiunque altro.
    -Prima dicevi di voler fare riappacificare i tuoi fratelli, no? Disse l’uomo.
    -Che ne sa lei di me? Chiese Aika infuriata –Che ne sa lei di noi?! Si voltò e le venne un colpo.
    Degli occhi azzurri la stavano fissando da sotto un mantello.
    -Chi è lei?
    -Sono Minato Kamikaze, non che il quarto Hokage. Disse lui.
    Il quarto Hokage? Ma non era morto? E poi perché doveva proprio da lei?
    -Lei è il quarto Hokage? Chiese lei ancora con le lacrime agli occhi.
    -Sì. E tu dovresti anche conoscere mio figlio Naruto… disse lui.
    -Sì. Ma ora lui è con Jiraya… Ma perché non va da lui? Dovrebbe stare con lui… Rispose lei.
    -No. Io sarò il tuo maestro. Naruto diventerà fortissimo anche senza di me. Disse lui.
    -Ma è suo padre? E perché si interessa a me? Chiese Aika.
    -Tu sei rimasta sola, no? E poi ti devo raccontare una cosa. Disse lui.
    -No, ritorni da Naruto, ne ha più bisogno. Disse Aika.
    -Accidenti! Non ti credevo così riluttante! Comunque devi sapere che una profezia diceva che sarebbe nato nel villaggio, esattamente dopo un anno dalla mia presunta morte, una bambina che avrebbe avuto un ruolo decisivo per la salvezza del nostro mondo. Disse lui.
    -Perché, sono forse io? Disse Aika –Non ho nulla di speciale, non sono riuscita neanche a salvare mio fratello… E poi potrebbero essere altri ragazzi! Esclamò Aika.
    -Sei proprio tu! Perché sei nata esattamente un anno dopo. Disse il quarto Hokage.
    -NO! Io non ho nulla di speciale. Voglio soltanto far ritornare a casa i miei fratelli! Esclamò Aika.
    -Non ti biasimo. Perché tutto ciò che hai passato era per metterti alla prova la tua tenacia.
    -Così, solo per questo, avrei vissuto queste sofferenze? Urlò Aika.
    -No, ciò che è capitato, perché qualcuno ha voluto metterti alla prova così. Disse Minato.
    -E chi sarebbe? Chiese la ragazza.
    -Non lo so. Disse lui con semplicità.
    Queste rivelazioni furono davvero scioccanti per lei. In pochi minuti aveva scoperto che il Quarto Hokage era vivo, che lei avrà una certo ruolo per la salvezza del loro mondo e che tutto quello che le era successo fosse soltanto una prova di tenacia, messa alla prova da un qualcuno.
    -ti do ventiquattro ore per decidere. Se partirai con me fatti trovare qua per quest’ora. Detto ciò se ne andò.
    Aika tornò a casa confusa: la Proposta del Quarto Hokage l’aveva lasciata di stucco. Ma ancora di più ciò che le aveva rivelato. Però diventare allieva del Quarto Hokage poteva rivelarsi, in qualche modo, divertente.
    Ma il pensiero dei fratelli non fu sopraffatto. Le mancavano da morire, anche se Sasuke se ne era andato solo da due settimane, e giurò nuovamente a se stessa di riportarli indietro. Fu con questi pensieri che incominciò a preparare lo zaino, aveva preso la sua decisione: sarebbe partita con il suo nuovo maestro.
    Il giorno dopo il Quarto Hokage la stava aspettando nel quartiere Uchiha, dove si erano incontrati il giorno precedente.
    -Sapevo che saresti venuta! Esclamò Minato.
    -Ma perché ha scelto di allenarmi e non vostro figlio? Chiese Aika.
    -Lui ha già un maestro, tu ne sei a corto… E poi sarà divertente allenare di nuovo un Uchiha. Disse Minato.
    -Ok. Disse lei –Ma dove andremo? Chiese la ragazza.
    -Gireremo. Chiamami pure Maestro Minato! Esclamò lui.
    -Sì, maestro Minato! Esclamò Aika. Si sarebbe stato divertente essere allieva del Quarto Hokage, anzi no, del maestro Minato.
    Sasuke era rientrato nella sua stanza dopo l’allenamento. Da quando era arrivato da Orochimaru gli unici momenti nei quali poteva rimanere da solo erano i più tristi, perché ricordava tutto ciò che aveva “lasciato” a Konoha: il maestro Kakashi, Sakura, Naruto il suo migliore amico e, soprattutto, la sorella. Chissà cosa stava facendo l’amata nee-chan in quel momento? Sicuramente aveva pianto tantissimo, ma sapeva che non si sarebbe arresa, e che quando si sarebbero rincontrati l’avrebbe trovata più forte che mai.
    Ormai il destino dei tre Uchiha era segnato.
    La speranza ritorna.

    Aika aveva appena finito uno dei soliti duri allenamenti alla quale era sottoposta dal maestro Minato. Ormai erano passati tre anni da quando aveva lasciato Konoha con il Quarto Hokage ed ormai era diventata una ninja temibile da tutti. Ma soprattutto aveva migliorato l’uso dello Sharingan, con il quale riusciva a creare illusioni. Ma era pure cambiata dal punto di vista fisico: era cresciuta di un bel po’, i suoi capelli neri legati in una coda le arrivavano a metà schiena e il volto era più simile a quello di una donna che a quello di una ragazzina di quattordici anni, infatti non pochi l’avevano dato tre o quattro anni di più.
    -Aika, ho notizie da Konoha. Le disse il maestro dopo la meritata doccia.
    -Cosa dicono? Chiese lei interessata.
    -Hanno scoperto dove si trova Sasuke! E chiedono te per la missione. Disse Minato.
    Aika sussultò a sentire la notizia. L’avevano trovato alla fine. Questa sarebbe stata l’occasione per far ritornare suo fratello al villaggio.
    -Quindi mi vogliono mandare in missione per farlo tornare? Chiese Aika.
    -Sì. E io sarò il capitano. Disse Minato.
    -Perfetto! In questa missione ci sarà di sicuro Naruto! Potrà stare con lei! Esclamò Aika.
    -Come fai a saperlo che c’è anche lui? Chiese Minato.
    -Naruto considera Sasuke esattamente come un fratello… Disse Aika –Non si farà scappare questa occasione!
    -Ritorneremo a Konoha domani mattina, riposati intanto. Disse Minato.
    Aika era felice, più di quanto non lo fosse stata in quei ultimi tre anni. Naruto avrebbe passato un po’ di tempo con suo padre e lei avrebbe rivisto suo fratello. Chissà com’era cambiato. Ma soprattutto quanto fosse diventato potente.
    La notte passò tranquilla, e al mattino fu svegliata, come al solito, dal maestro Minato, il quale le aveva fatto notare più volte che quando era addormentata nessuno l’avrebbe riuscita a svegliare, a meno che non le si dicesse che era “Natale” o il suo “compleanno”. Questo era uno dei suoi segreti: soltanto Sasuke sapeva come svegliarla e spesso nelle missioni stupiva gli altri su come riuscisse a svegliarla sussurrandole parole nell’orecchio. Ma Minato ormai la conosceva quasi quanto il fratello.
    -Sei contenta di tornare a casa? Le chiese ad un tratto Minato.
    -Sì! E non vedo l’ora di riabbracciare Naruto e Sakura! Disse Aika.
    -Che tipo è Naruto? Chiese Minato.
    -Naruto eh? Rispose Aika –E’ divertente passare il tempo in sua compagnia, ma a volte è testardo e stupido… Insomma è una Testa Quadra! Disse Aika.
    -Chi gli ha dato questo buffo soprannome? Chiese Minato.
    -Sasuke… Però sono sicura che lui gli voleva bene… Disse Aika.
    -Sarà divertente averlo come figlio. Che tipo era tuo fratello? Le chiese Minato.
    -Se ne stava un po’ sulle sue, ma era troppo divertente vederlo litigare con Naruto! Però io che lo conosco meglio di chiunque altro so dire con certezza che mio fratello se non fosse accaduto tutto ciò al mio clan, sarebbe un ragazzo non meno vivace di Naruto! Disse Aika.
    -Eccoci arrivati! Esclamò Minato.
    -Andiamo subito da Tsunade? Chiese Aika.
    -Tanto Naruto sarà già lì! Disse Minato.
    Camminando per il villaggio notò che nulla era cambiato. E presto arrivarono da Tsunade. Appena entrata fece solo in tempo a vedere che Sakura e Naruto si voltarono.
    -AIKA!! Sei tornata!! Esclamarono entrambi e la abbracciarono.
    Dopo che si staccarono e accertata di essere ancora viva, l’abbraccio era stato molto “affettuoso”.
    -Dove sei stata? Chiese Sakura impaziente.
    -Abbiamo chiesto a Tsunade, ma ci ha detto che l’avremmo scoperto oggi! Esclamò Naruto.
    -Sono andata con il mio nuovo maestro, mi dispiace che non vi abbia avvertiti… Ma credo di dovervi presentare il mio sensei! Disse Aika.
    -Chi è? Chiese Sakura.
    -Naruto, ti presento tuo padre, Minato Kamikaze, non che tuo padre! Esclamò Aika.
    Naruto non credeva alle proprie orecchie. Aveva davanti suo padre. Lo abbracciò. Aika e Sakura erano molto felici per lui. Aveva una famiglia ora.
    -Sono figlio del Quarto Hokage! Sono figlio del Quarto Hokage! Gridava Naruto saltellando nell’ufficio di Tsunade.
    -Come non detto… Dissero Sakura e Aika con una gocciolina in testa.
    -Il soprannome è perfetto! Disse Minato.
    Appena si fu calmato Naruto disse:
    -Se ci fosse Sasuke sarebbe il giorno migliore della mia vita!
    -Ma ora voi quattro formerete un team per andare a riprendere Sasuke! Lo avvisò Tsunade.
    -Appuntamento tra mezz’ora alle porte del villaggio! Disse Minato.
    -Ok! Esclamarono tutti.
    Aika accompagnò Sakura. Era da un bel po’ che non si confidava con una ragazza. Gli raccontò come aveva incontrato Minato e della decisione che aveva preso.
    -Cosa?! Esclamò Sakura –Vuoi fare riappacificare Sasuke ed Itachi?!
    -Sì. Lo so non sarà facile, ma mi mancano entrambi! Esclamò Aika.
    -Capisco Sasuke, ma Itachi ha ucciso i tuoi genitori! Disse Sakura.
    -Lo so, ma è pur sempre mio fratello! Esclamò Aika.
    -Ok… comunque come è stato allenarsi con il Quarto Hokage? Chiese Sakura.
    -Divertente, ma difficile allo stesso tempo. E’ molto simpatico, ma è anche estremamente severo. Però mi ha detto che non ha mai visto una kunoichi del genere. Disse Aika.
    -Accidenti Aika, se ti ha detto così vuol dire che sei diventata fortissima! Esclamò Sakura.
    -Ma tu sei stata allieva di Tsunade, e poi sei diventata molto carina! Esclamò Aika –Se Sasuke torna, non potrà resisterti!
    -Ma che dici? Disse Sakura –Lui non mi ha mai fatto un complimento!
    -A te no. Però a me una volta ha detto che sei carina… Però non dirglielo che te l’ho detto perché se no ci vado di mezzo io… Disse Aika sorridendo.
    -Davvero?
    -Sì!
    Mezz’ora passò in fretta: la squadra era pronta.
    “Sasuke sto arrivando!” pensarono tutti e tre all’unisono.


     
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